L’azione del Monitoraggio rappresenta una ‘visione’ del processo complessivo, la cui qualità non dipende dalla valutazione di singoli e parcellizzati parametri, ma dalla capacità di uno sguardo di assieme e dall’individuazione dei punti di debolezza al fine di prevenire derive e cadute.
Fondazione Idea Vita, sin dalla sua costituzione nel 2000, ha individuato questa azione come possibile risposta agli interrogativi espressi dalle famiglie ed alle angosce connesse all’ideazione e realizzazione del percorso verso la vita indipendente del proprio figlio/a.
Il Monitoraggio si esplica utilizzando diverse modalità di intervento: incontri individuali del Monitore con le persone con disabilità, con i loro famigliari, con gli operatori dei servizi, con le figure di tutela giuridica, ma anche incontri di gruppo, omogenei per ruolo o integrati fra loro, per sensibilizzare, conoscere, far interagire le diverse visioni del progetto.
La finalità è quella di assicurare la visione più ampia possibile sulla Traiettoria di vita individuale, tenendo conto di tutti gli aspetti e di tutti gli attori, senza mai dimenticare il punto di partenza, cioè la centralità della persona con disabilità.
Idea Vita sperimenta questa azione da molti anni e, con diverse iniziative, ha contribuito a farla conoscere a molte famiglie di cittadini milanesi con disabilità.
Il Monitore ha il compito di affiancare le famiglie/Amministratori di Sostegno (AdS), individuare il percorso di emancipazione più adeguato e seguirne i passi nella fase di sperimentazione; questo approccio consente di seguire la persona con disabilità anche nel ‘dopo di noi’ con la stessa attenzione del genitore, realizzando così una sorta di prosecuzione dello sguardo genitoriale.
L’angoscia che in generale accompagna i genitori rende assai difficile il distacco: come conseguenza il figlio con disabilità finisce per rimanere ingabbiato in famiglia ed invecchiare precocemente insieme ai suoi genitori.
Per superare queste inerzie radicate, occorre procedere per gradi attraverso incontri che consentono alle famiglie di condividere con altri il proprio problema e di esprimere ansie e paure. Con tempi tra loro assai differenti, le famiglie si convincono della necessità di avviare la fase del distacco e la sperimentazione di alcuni diventa stimolo per gli altri. Da un punto di vista sociale, questa attività porta benefici, sia alla persona con disabilità che conosce così altri ambienti di vita, sia alla famiglia che constata la possibilità reale di avviare il proprio figlio sul cammino della autonomia, attenuando così l’angoscia del futuro.
L’azione di Monitoraggio facilita l’esercizio della “possibilizzazione”, un processo che può risultare faticoso, ma che rappresenta la possibilità di realizzare percorsi adeguati e individualizzati.
Monitorare perciò è anche intuire nuove possibilità, tenendo fermamente conto dell’esistente per accettarlo, superarlo, modificarlo.
Monitorare è raccogliere tutti i punti di vista sulla serenità e sul benessere della persona con disabilità, a partire dal suo punto di vista sempre intuibile, anche nelle situazioni di estrema fragilità.
Con l’aiuto del Monitore, la famiglia potrà meglio chiarire le esigenze del proprio congiunto e presentarsi alle Istituzioni con richieste circostanziate e sostenibili.
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